il mio albero di arance dolci

Siamo negli anni ’20, in una favela nei pressi di Rio De Janeiro. Il protagonista è Zezé, un bambino di cinque anni che racconta di averne sei: la scuola – che con questo stratagemma può iniziare a frequentare anzitempo – è infatti l’unico posto gratuito a cui poter affidare un figlio senza che la sua sua presenza gravi completamente sull’ecosistema di una famiglia molto povera e molto numerosa.

Zezé riesce a dissimulare senza problemi la sua vera età grazie anche all’intelligenza vivace e a doti di apprendimento fuori dal comune. La giornata del protagonista si divide tra scuola, scherzi ingenuamente crudeli per i quali solitamente rimedia botte che lo lasciano dolorante per giorni, l’attività di lustrascarpe, e le incredibili avventure che immagina di vivere e condividere con il suo albero di arance dolci. Zezè è fatto così: ha umanizzato un alberello di arance con cui conversa e si confida, ha battezzato con il nome “Luciano” un pipistrello a cui si è affezionato, e sogna a occhi aperti un avvenire privo di stenti. Si considera un piccolo diavolo, un bambino cattivissimo e impossibile da amare, ma la verità è che pagina dopo pagina riesce a conquistare con la sua disarmante dolcezza.

Ammazzare non significa che prendo il revolver e faccio bum. Non è questo. Lo ammazzo nel cuore. Smetto di volergli bene. E un giorno la persona muore.

Ma non hai detto che ammazzavi pure me?

L’ho detto all’inizio. Poi ti ho ammazzato al contrario. Ti ho fatto morire facendoti nascere nel mio cuore.

José Mauro de Vasconcelos ha preso spunto dalla sua vita per questo romanzo semi autobiografico. Nell’infanzia del protagonista riecheggia la sua, quella di un ragazzino molto povero, ma molto dotato, che già nei suoi primi anni di vita aveva collezionato esperienze che altri non vivono nell’arco di un’intera esistenza. A soli 22 anni, con un vissuto gravoso ma interessante – esperito con la profondità e l’occhio da osservatore proprio del romanziere – Vasconcelos non può che sentire la chiamata alla “scrittura” trasformando il dato autobiografico in materiale per libri. 

Il Mio Albero di Arance non fa eccezione e Zezé è chiaramente un avatar dell’autore che è però riuscito a superare il personale e il particolare per raccontare una storia universale agganciando un pubblico di lettori trasversale. Il libro è considerato un classico dell’infanzia, ma come tutti i classici è tale anche perché riesce a comunicare a tutti abbattendo le barriere del genere. È il caso di questo romanzo che alterna episodi buffi e divertenti, a spaccati di autentico dolore e miseria nobilitati però dal punto di vista del protagonista che offre riflessioni sul significato della vita profonde, a volte brucianti, ma quasi sempre rivelatrici di un cuore generoso e di una grande capacità di amare.

il mio albero di arance dolci

Il Mio Albero di Arance Dolci è pubblicato in Italia da Blackie Edizioni. La traduzione è a cura di Annabella Campanozzi.

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Mara Ricci

Serie tv, Joss Whedon, Jane Austen, Sherlock Holmes, Carl Sagan, BBC: unite i puntini e avrete la mia bio. Autore e redattore per Serialmente, per tenermi in esercizio ho dedicato un blog a The Good Wife.

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